sabato 28 gennaio 2012

Brebemi, Legambiente: “L’autostrada inutile galleggia nell’incertezza finanziaria”

(red.) Ancora guai finanziari per l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, la Brebemi. Lo riferisce Legambiente che afferma che “nell’ultima segreteria tecnica del 24 gennaio infatti il contratto di finanziamento con le banche (in gergo, il closing), che dopo mille proroghe avrebbe dovuto essere firmato entro lo scorso 25 gennaio, ha subito un ennesimo rinvio, se ne riparla a giugno 2012”.
“Altri sei mesi di stop quindi per l’atto fondamentale del project financing che dovrebbe coprire l’intera opera. A 30 mesi dall’inizio dei lavori il progetto della Brebemi continua a fare acqua sotto tutti i punti di vista: economico e ambientale, senza contare i problemi legali dopo la vicenda delle tangenti per smaltimento di rifiuti pericolosi nei cantieri dell’opera. L’opera, che secondo l’assessore regionale Cattaneo e l’ex ministro Di Pietro sarebbe stata la prima autostrada pagata da privati, procede a colpi di anticipazioni di denaro pubblico”.
“I lavori di questa colata di cemento nei campi però proseguono”, è la denuncia dell’associazione ambientalista, “fatto unico in Europa, in nessun altro Paese infatti si sarebbe potuto dare il via a un’opera in project financing senza prima aver siglato il contratto definitivo sul finanziamento”.
“La Bre.Be.Mi., come le altre autostrade lombarde, è un’opera che sembra rispondere agli interessi elettorali più che al bisogno di modernizzare la mobilità della nostra regione”, ha dichiarato Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, “questo giustifica la imperdonabile fretta di far partire i cantieri prima di avere le necessarie coperture finanziarie. Così al grave danno ambientale di una autostrada inutile rischia di sommarsi la beffa di una nuova bolla di debito pubblico per coprirne i costi, in un momento in cui l’economia del Paese non se lo può assolutamente permettere”.
I termini del vecchio pre-accordo finanziario prevedevano la copertura di 1,9 miliardi così divisi: Banca Intesa con 390 milioni, Unicredit e B.Mps 290 milioni, Ubi Banca e Popolare con 200 milioni a testa, mentre la parte del leone dovrebbe farla la Cassa Depositi Prestiti (la banca pubblica che per la prima volta interviene in un business autostradale) con 765 milioni.
Ma le ultime novità confermano le preoccupazioni espresse da Legambiente circa l’insostenibilità finanziaria dell’opera e la necessità di ricorrere a massicce garanzie pubbliche, l’esatto contrario di quanto prevede un project financing. Nella delibera del Cipe del 5 maggio 2011, solo di recente registrata, si prevede infatti un intervento di Cassa Depositi e Prestiti sotto forma di finanziamento diretto del progetto, alternativo alla garanzia del “Fondo Garanzia Opere Pubbliche”, spostando così il rischio finanziario tutto sulle tasche dello Stato. “Ad oggi”, sottolinea il cigno verde, “il costo dell’autostrada è stimato in 38 milioni a chilometro per un totale di 2,4 miliardi: esattamente il doppio dei costi delle autostrade in un Paese come la Spagna”.
“I grandi costi dell’autostrada, i sovrastimati flussi di traffico che dovrebbero pagare l’opera in 20 anni, il costo del denaro salito all’8-10% rispetto al 2-3% iniziale: tutto questo rende impossibile il ritorno economico del finanziamento”, ha dichiarato Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia. “Ecco perché ci sono continui rinvii e non bastano le improprie garanzie pubbliche della Cassa Depositi Prestiti. Ma è ingiusto che le maggiori banche sul territorio impegnino le scarse liquidità in cassa per un’opera discutibilissima che contribuirà ad aumentare l’inquinamento in Lombardia, anziché prestare soldi alle piccole medie imprese del territorio che stanno morendo. Queste ci sembrano le vere priorità che le Banche dovrebbero soddisfare”.

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