giovedì 19 maggio 2011

Giornale di Brescia Giovedì 19 Maggio 2011Balneabilità:tutti promossi i lidi bresciani-Le rilevazioni Asl danno via libera ai tuffi in tutti i 93 litorali esaminati

Giornale di Brescia Giovedì 19 Maggio 2011
Balneabilità:tutti promossi i lidi bresciani-Le rilevazioni Asl danno via libera ai tuffi in tutti i 93 litorali esaminati
È «eccellente» la qualità delle acque di balneazione dei laghi bresciani. Lo dice l'Asl di Brescia che ha fotografato una situazione decisamente positiva sia del Garda che dei laghi d'Idro e d'Iseo, confermando così il livello di qualità attribuito in occasione dell'avvio della precedente stagione balneare. Tutte e 93 le spiagge tenute sotto controllo risultano infatti balneabili.
Quest'anno poi, sulla base della classificazione provvisoria operata dalla Regione, nessuna spiaggia dei laghi controllati dall'Asl di Brescia è preclusa alla balneazione.
Mentre la decisione riguardante il divieto di vendita e consumo delle anguille alla diossina o Pcb del lago di Garda agita le acque gardesane una buona notizia riequilibra la situazione. Riguarda la qualità delle acque del Garda e degli altri due laghi bresciani che viene promossa almeno dal punto di vista della balneazione cioè dei bagni. Tutte e 55 le spiagge della riviera bresciana del Garda sono risultate balneabili alle analisi del 13 maggio effettuate dall'Asl di Brescia. Stessa promozione ricevono le 21 località balneari del lago d'Iseo e le 17 del lago d'Idro.
Il via libera ai tuffi è collegato alle numerose e importanti le novità introdotte sul versante della qualità e dei controlli delle acque di balneazione. Sono infatti cambiate le regole ed i parametri ai quali si fa riferimento per stabilire se una data zona di lago è balneabile.
La regione Lombardia infatti, prima in Italia, ha dato applicazione al decreto legge 116 del 2008 che cancella una precedente normativa europea introducendone una nuova che, appunto, modifica completamente i parametri ed i controlli, i riferimenti, i limiti oltre i quali una data zona va dichiarata non balneabile. La Lombardia ha potuto dare attuazione per prima al decreto perché disponeva di una serie storica di dati e analisi di almeno 5 anni ,come richiedeva il decreto. Così dal 2009 si è proceduto in maniera differente.
Ma vediamo quali sono le novità. Innanzitutto sono spariti i controlli di carattere chimico-fisico, quelli ad esempio che avevano inguaiato il lago d'Idro per un eccesso di «ph» che, pur non avendo effetti sui bagnanti, aveva causato in passato la chiusura di tutte le spiagge ai tuffi. Dal 2009 questi esami non si fanno più. I parametri presi in considerazione sono due: la concentrazione di enterococchi intestinali che non deve superare le 500 unità formanti colonie per 100 millilitri e le 1.000 unità di escherichiacoli. Oltre tali limiti scattano i divieti di balneazione temporanei.
La qualità di una zona balneare viene inoltre classificata prendendo come base la serie dei risultati storici e quelli dell'annata precedente controllati sotto il solo profilo microbiologico.
Le acque dei laghi usati per la balneazione sono oggetto altresì di ulteriori verifiche che interessano le alghe, realizzati attraverso piani di monitoraggio volti a riscontrare la presenza di alghe potenzialmente tossiche.
E se le analisi microbiologiche vengono effettuate nella stagione balneare, da inizio maggio a fine settembre, quelle algali sono eseguite durante l'intero arco dell'anno. Il limite di concentrazione oltre il quale scattano i divieti è di 5 milioni di particelle algali per litro.

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