sabato 9 ottobre 2010

L'ombra di un inceneritore si allunga sul lago di Iseo-Bresciaoggi -9 ottobre 2010 -Giuseppe Zani

Il forno del cementificio di Tavernola Bergamasca si appresta a diventare un inceneritore di rifiuti mascherato?
Il dubbio, che serpeggia in riva al Sebino ogni qualvolta appena oltre in confine bergamasco si ipotizza di cuocere la marna da cemento con i cosiddetti «combustibili alternativi », siano essi olii esausti o residui industriali, è tornato d'attualitì mettendo in allerta i sindaci di entrambe le sponde e facendo insorgere Legambiente.
La novitì è che il gruppo Sacci (ex Lafarge-Adriasebina) deve entro il prossimo 31 dicembre rinnovare l'Autorizzazione integrata ambientale, scaduta l'agosto scorso: un'autorizzazione che è obbligatoria per alcune tipologie di industrie, inclusi i cementifici, e viene rilasciata solo a patto che l'azienda richiedente si impegni fattivamente ad abbattere le emissioni in atmosfera. Attualmente nello stabilimento di Tavernola si consumano 6 mila tonnellate di nafta e circa 50 mila tonnellate di carbon coke l'anno. Un impiego non particolarmente ecologico.
Da tempo il progetto del Gruppo Sacci è di ridurre l'anidride carbonica e gli ossidi di zolfo e azoto alimentando il forno in parte anche con combustibili da rifiuti (la parte secca dei rifiuti solidi urbani) e pneumatici triturati, meno inquinanti del carbone, almeno a stare a certa letteratura scientifica.
Adriasebina Tavernola Contrari alla sperimentazione ben 933 residenti (l'83%) su 1.153 che nel 2007 sono stati consultati attraverso un referendum a Tavernola. Un'opposizione fortissima che il Consiglio comunale di Tavernola ha fatto propria anche di recente, sollecitando una presa di posizione di tutte le realtì lacustri. «Un tema che il G16 dei sindaci Sebini, un soggetto che ha per orizzonte l'intero lago, affronterì presto in un'ottica di condivisione- annuncia il sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti-. Ciò che avviene in ciascuno dei 16 paesi rivieraschi, in effetti, influisce su tutto il resto ».
Una dichiarazione, come si vede, attendista. Pollice verso ha invece mostrato da subito il circolo di Legambiente Basso Sebino. «Sono troppe le incognite legate al progetto di trasformare il forno del cementificio in un inceneritore di rifiuti e pneumatici triburati - taglia corto il presidente del circolo, Dario Balotta -. Il rischio è di aggiungere inquinamento all'inquinamento di un bacino giì compromesso sotto il profilo sia paesaggistico che ambientale. Oltre alle nuvole di polveri sottili, ad avvelenare gli abitanti del lago, ci mancano solo le nuvole di diossina. Legambiente è pronta a sviluppare tutte le iniziative necessarie a scongiurare l'approvazione di un progetto che ora è nelle mani della Provincia di Bergamo ».
Pietro Romani, assessore bergamasco all'Ambiente, rispondendo lunedì a un'interrogazione dell'opposizione di centrosinistra ha assicurato: «Il parere della Provincia di Bergamo in merito alla richiesta del Gruppo Sacci di poter utilizzare a Tavernola anche combustibili non convenzionali sarì subordinato alla volontì della popolazione e degli enti locali ».

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