sabato 7 febbraio 2009

Montisola : Il frantoio comunale finisce sotto sequestro

Bresciaoggi, Sabato 7 Febbraio 2009

MONTISOLA. I carabinieri del Nas sono intervenuti su segnalazione di Legambiente

Il frantoio comunale finisce sotto sequestro

La sansa è stata smaltita violando le norme sui rifiuti Il sindaco: «Rimedieremo ma l'errore è in buona fede»

Una leggerezza frutto anche di una sfumatura legislativa difficile da cogliere, potrebbe costare una condanna fino a 4 mesi di reclusione al sindaco di Montisola Angelo Colosio. Il motivo? Il frantoio comunale «La masna de l'isola» ha scaricato la sansa di risulta in un prato vicino alla riva del lago, a due passi da Carzano.

L'altro ieri, i resti della molitura delle olive sono stati sequestrati dai carabinieri del Nas durante un sopralluogo effettuato con funzionari dell'Arpa di Brescia. Ieri, alcuni militanti del circolo Basso Sebino sono accorsi sul posto e, in segno di vittoria, hanno attaccato il cigno di Legambiente sotto il cartello affisso dagli ufficiali di polizia giudiziaria. Era stata Legambiente, infatti, a segnalare nel dicembre scorso all'Arpa, ai Nas e all'assessorato provinciale all'Agricoltura che quintali di sansa uscivano dal frantoio comunale e venivano sparsi per i campi «nell'inosservanza della disciplina regionale».

I TERRENI IN QUESTIONE, in effetti, distano poco dall'abitato, confinano con la strada e sono in pendenza. Tanto che la sansa, nei giorni di pioggia, si riversa nel lago. Gli scarti della frangitura delle olive, secondo Legambiente, sono un rifiuto speciale e andrebbero smaltiti da ditte specializzate seguendo la cosiddetta «procedura di gestione nitrati». Costi che si aggiungono a quelli di lavorazione. «La masna de l'isola», invece, inaugurata nel dicembre 2007 ma andata a regime solo a novembre, ha sempre considerato la sansa come lo scarto di un prodotto naturale. Qualcosa da far seccare, tempo permettendo, e quindi da usare come combustibile o come concime. «I carabinieri e i tecnici dell'Arpa hanno capito che siamo in buona fede - racconta il primo cittadino -. Da loro ho anche appreso che, paradossalmente, se è un agricoltore diretto che spreme le olive e poi ne sparge i resti nei suoi campi, non succede niente; se invece la molituta la compie un altro soggetto, questi è tenuto a smaltire la sansa come un rifiuto, sennò, dato che la normativa non prevede una sanzione pecuniaria, rischia il penale». Quest'anno, a sentire il sindaco, il Comune ha scelto di gestire direttamente il frantoio di Carzano, per conoscerne costi, ricavi, difficoltà e potenzialità. «Se l'avessimo affidato a un agricoltore, non avremmo avuto problemi di sorta- continua il sindaco-. Gestendo direttamente la struttura invece, sarebbe bastato, secondo i Nas, incaricare un agronomo di indicarci un terreno adatto dove scaricare la sansa. Se l'abbiamo depositata nei prati vicino a Carzano, è perchè attendevamo indicazioni dalla Provincia. Comunque sia, non sono preoccupato per il procedimento penale. Avessi davvero voluto compiere un illecito, mica l'avrei fatto alla luce del sole. A questo punto, però, la sansa, che è sì un rifiuto, ma non speciale, non può restare dov'è. Ho già contattato un'azienda di recuperarla e di trasportarla in discarica sulla terraferma».

Giuseppe Zani 

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