domenica 8 febbraio 2009

Montisola: Sotto sequestro la zona invasa dalla sansa


Giornale di Brescia 7 febbraio 2009

Montisola: Sotto sequestro la zona invasa dalla sansa
Dopo l'esposto di Legambiente sono stati messi i sigilli a Carzano

L'area di Montisola ricoperta di sansa, lo scarto della molitura delle olive usato in funzione di concime, è stata messa sotto sequestro. In questi giorni la Polizia giudiziaria ha sequestrato i terreni ubicati in località Carzano, in prossimità dell'abitato, un'area adiacente la strada che conduce a Peschiera Maraglio. Il provvedimento fa seguito all'esposto presentato lo scorso mese di dicembre da Legambiente al settore agricoltura della Provincia, all'Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente) ed ai Nas, Comando Carabinieri per la Sanità: nell'esposto si segnalava «l'erroneo smaltimento di effluenti del frantoio oleario di Montisola».

In casi come questo entra in campo la procedura relativa alla «Gestione nitrati», adempimento previsto a decorrere dal 30 settembre 2008, secondo quanto stabilito dalla Delibera di Giunta Regionale 5868 del 21/11/2007, dalla legge 11/11/1996, n. 574 e non ultimo dal Decreto Legislativo 3/4/2006, n. 152, il quale punisce penalmente i soggetti inadempienti o gli utilizzatori scorretti.

Una questione di distanze
Come aveva fatto notare l'associazione ambientalista, nell'area in questione «non sono state rispettate le distanze dal centro abitato, dalla strada pubblica». Inoltre, come riportava la denuncia, «il terreno, in pendenza, è privo di sistemazione idraulica e agraria», cosicchè i depositi di sansa «si sono riversati fino a lago, soprattutto durante le giornate di pioggia incessante, in cui il terreno si presenta saturo d'acqua».
Secondo il punto di vista di Severino Ziliani, gestore del frantoio "La Masna dell'isola", «la sansa, trasferita sul prato, diventa concime per l'anno successivo». Il materiale di scarto del frantoio era stato quantificato allora in circa 900 quintali. Oggi Ziliani riferisce che la Provincia, interpellata nel mese di dicembre, aveva indicato di depositare la sansa, provvisoriamente, in un campo, in attesa di essere smaltita nel modo più adeguato.

«È già stata contattata l'azienda Cogeme che verrà a ritirare il materiale. Questo tipo di stoccaggio - dice ancora Ziliani - ci era stato suggerito quando abbiamo chiesto indicazioni agli addetti ai lavori. Noi infatti siamo nuovi del mestiere e non sapevamo come fare. Adesso, dopo la denuncia, c'è il rischio di sanzioni. Ma, ribadiamo, l'indicazione era arrivata dalla Provincia».

I segreti della sansa
La sansa è un sottoprodotto del processo di estrazione dell'olio d'oliva: è composta dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino, materiale che ha bisogno di un adeguato smaltimento. In passato la sansa veniva utilizzata soprattutto nell'industria agroalimentare, che ne estraeva un olio alimentare, seppure di bassissima qualità. Il processo di estrazione infatti si attua per mezzo di solventi chimici.
I costi di trasporto, la produzione di sanse ad alto tenore in acqua ed il limitato interesse del mercato nei confronti dell'olio di sansa hanno ridotto la remuneratività di questo prodotto: perciò in molti oleifici si tende attualmente a considerare usi alternativi, quali la possibilità di utilizzare la sansa come combustibile.

Il frantoio «Masna dell'isola», di proprietà comunale, è stato inaugurato lo scorso anno ed ha iniziato la propria attività proprio con la campagna olearia del 2008. Attualmente il frantoio è chiuso: ha infatti terminato a fine dicembre la molitura delle olive, che - per scelta - debbono essere esclusivamente montisolane.

Il taglio dell'uliveto a «Le Ere»
Ma il fronte della difesa ambientale non si ferma qui. In questi giorni altre segnalazioni sono state fatte sul taglio di un uliveto storico, in località Sensole e sui lavori in corso nella spiaggia «Le Ere», tra Peschiera e Sensole, che stanno compromettendo la bellezza di questo sito. «La costruzione di servizi igienici per i bagnanti nella spiaggia delle "Ere" ha implicato sbancamenti e cementificazioni» afferma Dario Balotta, presidente Legambiente Basso Sebino, che punta il dito contro «la scarsa sensibilità ambientale del Comune. Inoltre un uliveto a lago, sempre in località Sensole, in un terreno molto scosceso, sta per essere eliminato per far posto a nuove abitazioni, quando il piccolo borgo di 1.750 abitanti conta 418 alloggi sfitti».

Veronica Massussi

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