sabato 31 marzo 2012

«Turismo a rischio per l’inceneritore»Secondo Legambiente i fumi del cementificio sono dannosi già ora

Legambiente chiama a raccolta anche gli operatori turistici per scongiurare la sperimentazione dell’utilizzo, nei forni deel cementificio di Tavernola, di (combustibili da rifiuti e pneumatici triturati. L’associazione ambientalista definisce come vero e proprio «inceneritore» quello che entrerà in funzione alla «Sacci», che lo scorso 16 marzo ha ottenuto dal governo il via libera tramite un’Autorizzazione Ambientale Integrata.
«La nostra», spiega Dario Balotta, presidente del circolo Legambiente Basso Sebino, è «una protesta per la tutela ambientale, ma anche per la difesa dell’attività economica più importante del lago, il turismo. Siamo pronti a mobilitare i cittadini di tutto il Sebino e gli operatori turistici (agriturismi, alberghi, B&B, camping ecc.) se il Governo non ritirerà il parere favorevole dato per la sperimentazione dello smaltimento di Cdr (combustibili da rifiuti) e pneumatici nel forno del cementificio di Tavernola».
«Già la crisi morde e le previsioni delle prossime festività pasquali vedranno un calo degli arrivi anche dall’estero», aggiunge Balotta: «Se poi si spargesse la voce che nel mezzo del lago d’Iseo si starebbero per disperdere nell’atmosfera i fumi killer dei copertoni bruciati, sarebbe un duro colpo al turismo e all’occupazione».
Secondo i dati dell’associazione ambientalista, «già oggi alcune analisi dimostrano che i fumi del forno di Tavernola sono dannosi alla salute dei suoi abitanti e che i suoi camini sono più bassi di alcune case del centro abitato».
Per questo Legambiente è contraria «all’adozione di nuove tecnologie sperimentali per lo smaltimento dei rifiuti, contenute nell’Autorizzazione Ambientale Integrata del Governo del 16 marzo scorso, perché la posizione geografica del cementificio è già una grave ferita del paesaggio nel bellissimo contesto del lago d’Iseo e può farlo diventare anche un ricettacolo dello smaltimento di rifiuti nocivi».
«La proprietà del cementificio», sottolinea ancora Balotta, «anziché pensare ai sempre promessi, e mai attuati, adeguamenti impiantistici e gestionali del maxi impianto, per renderlo compatibile con il territorio e con la salute dei cittadini, pensa ad aumentare i propri extra–profitti».
In che modo secondo Legambiente? «Aggiungendo il business dello smaltimento dei rifiuti tossici e riducendo al tempo stesso i costi dell’ energia, usando come combustibile per il forno non più il pet-coke ma i copertoni triturati». L’invito è rivolto dall’associazione ambientalista anche ai 16 comuni del lago d’Iseo (G16) «perché affrontino, in tutte le sedi, questo grave problema».
Già una decina di giorni fa il presidente della Provincia Ettore Pirovano aveva fatto sapere di essere al fianco del sindaco di Tavernola nella battaglia contro la sperimentazione al cementificio «Sacci», rendendo noto che «il ministero della Salute ha già stabilito che i camini del cementificio sono troppo bassi ed eventuali fumi dunque potrebbero entrare nelle abitazioni».
Inoltre contrari alla sperimentazione, oltre ai sindaci e ai cittadini dei 16 paesi del Sebino, si erano già dichiarati i politici di tutti gli schieramenti; in Regione, a fine 2011, il Consiglio aveva votato all’unanimità un ordine del giorno di Mario Barboni (Pd) per stralciare il capitolo rifiuti nell’iter dell’Autorizzazione ambientale integrata alla Sacci. Stralciato è stato stralciato, ma alla fine a Roma il Consiglio dei ministri aveva dato l’ok.

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