venerdì 20 maggio 2011

Giornale di Brescia, venerdì 20 maggio 2011-Parchi, non piace la riforma regionale-Pietro Gorlani-Udc e Pd contestano il disegno che vuole tagliar fuori comuni e enti locali dalle decisioni che riguardano i loro territori

Parchi, non piace la riforma regionale
Pietro Gorlani
Udc e Pd contestano il disegno che vuole tagliar fuori comuni e enti locali dalle decisioni che riguardano i loro territori
Una giornata ecologica al parco dell´Oglio
Minoranze all'attacco della giunta in Regione. Oggetto delle critiche la proposta di legge sui parchi, che concentrerebbe la loro gestione nelle mani della Regione stessa e dei suoi enti, abolendo i consorzi ed escludendo Comuni e associazioni dalla gestione del patrimonio naturalistico. Il progetto di legge (che come impone il decreto Milleproroghe deve entrare in vigore entro fine anno) è ancora in VIII commissione (agricoltura e parchi) dove il dibattito è vivace (una proposta definitiva dovrebbe andare in consiglio a giugno). Per Gianmarco Quadrini (capogruppo Udc) e per Luca Gaffuri (capogruppo Pd) la riforma deve prima dare nuove coordinate alla gestione dei parchi, non tagliando fuori le territorialità. Subito dopo si dovrà parlare di contenuti: cosa potranno e dovranno fare questi nuovi parchi.
LE PROPOSTE. «Va riformata prima la gestione e poi tutto il testo – taglia corto Quadrini, che rimarca la spaccatura in seno alla maggioranza –. È più opportuno, per evitare pasticci, pensare prima alla riforma della gestione e in un secondo momento, concentrarsi sul resto della riforma confrontandosi in modo collegiale con tutte le forze politiche». Per il consigliere Udc «il rischio è che si centralizzi ulteriormente e noi dell'Udc siamo contrari. Nella governance devono essere rappresentati gli enti locali comuni e le associazioni che consentono ai parchi di vivere: associazioni ambientaliste, venatorie. Tutti quei soggetti che contribuiscono a mantenerli vivi». Le nuove competenze che con la legge potranno andare ai parchi, devono essere discusse dopo.
Non si discosta molto la proposta del Pd, che chiede una «legge che si occupi solo della governance e che abbia quindi un canale preferenziale vista la scadenza, per rinviare la riforma di tutto il sistema parchi a un successivo provvedimento». E la governance, secondo il capogruppo Gaffuri, dovrebbe vedere «protagonisti i soggetti che più vivono il parco», in primis gli enti locali. La Regione dovrebbe avere una rappresentanza in base alle risorse che eroga. «L'obiettivo - aggiunge Gaffuri - è rileggere il mosaico delle aree protette superando una logica di tutela per passare a politiche innovative di fruizione che contemplino la valorizzazione turistica e aspetti di marketing territoriale, ovviamente non in contrasto con la Natura».
Il problema è che la proposta della Giunta (anche se vanno registrati i malumori leghisti) vedrebbe al posto dei Consorzi dei Comuni ci sarebbero degli enti pubblici regionali (Ersaf?) nei quali la presenza della Regione sarebbe dominante. Nei nuovi Consigli di gestione un membro (su cinque) ma anche il revisore sarebbero nominati dalla Regione. Il direttore verrebbe scelto dal presidente e le leve decisionali sarebbero quindi nelle mani degli uomini del Pirellone.
PARCHI BRESCIANI. Nella nostra provincia è a rischio l'autonomia dei parchi Regionali: Parco dell'Adamello, parco Alto Garda Bresciano e parco dell'Oglio Nord. Resta aperto l'interrogativo sulle riserve naturali regionali (boschi del Giovetto di Palline, bosco di Barco, Bosco de L'Isola, bosco della Marisca, Incisioni Rupestri di Ceto Cimbergo e Paspardo, Isola Uccellanda, Piramidi di Zone, sorgente Funtaní, Torbiere di Iseo, Valle di Bondo, Valli di S.Antonio).

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