giovedì 30 dicembre 2010

Legambiente BRE.BE.MI: Verso aiuti pubblici mascherati

Il tracciato della Bre.Be.Mi
Brebemi nuovi scogli: i ricorsi di legambiente all’esame del consiglio di stato e del tar di milano. Irrisolto il nodo dei finanziamenti per l’opera. Verso aiuti pubblici mascherati
Il prossimo 15 febbraio i giudici amministrativi del Consiglio di Stato esamineranno il ricorso dell’associazione ambientalista sui progetti preliminari della Brebemi e della Tem. Il Tar di Milano, invece, il 24 febbraio si pronuncerà sui vizi (gravi carenze istruttorie e procedurali) denunciati da Legambiente relativamente all’approvazione del progetto definitivo della Brebemi.
I ricorsi sostengono che negli studi di impatto ambientale non sono state considerate, come previsto, eventuali alternative all’opera. Anche l’informazione e la consultazione sarebbe stata inadeguate a fronte dell’importanza dell’impatto territoriale che la brebemi avrebbe. Sarebbe stato violato l’art. 20 del del Decreto Legislativo 20 agosto 2002 n. 190 relativamente al metodo di acquisizione dei pareri dei parchi Adda Nord, Parco del Serio e del parco agricolo sud Milano. Il D.L. 163/2006 sarebbe rimasto lettera morta visto che risultano carenti le misure mitigatrici dell’impatto ambientale,territoriale e sociale. Anche la delibera CIPE n. 42 del 2009 che distinguono le prescrizioni tra progetto preliminare e definitivo non sarebbero state accolte.
Infine secondo il D.L. 163 del 2006 prima dell’approvazione del progetto definitivo era necessaria la valutazione d’impatto ambientale sull’intera opera progettata, mentre prima si è approvato il progetto e poi si è fatta la VIA. Nella migliore delle ipotesi l’avvio effettivo dell’opera, a parte i cantieri civetta aperti con il prestito ponte di 350 milioni, è comunque slittato almeno fino ad aprile del 2011.
L’opera però ha altre criticità oltre a quella del non rispetto delle normative, denunciato da Legambiente. Sotto il profilo tecnico i ritardi nei pagamenti degli espropri, le varianti sproporzionate come ad esempio quella di Castrezzato, il cambio di progetto che passa “al rilevato” anziché “in trincea a Rovato, le numerose escavazioni e le complesse viabilità secondarie allargano sempre più la ferita inferta al territorio da un tracciato che distrugge 950 ettari di terreno agricolo di pregio. Oltre tutto non si capisce a cosa si collegherà la Brebemi. Non vi è infatti alcuna certezza sulla tempestiva realizzazione per il 2013 della TEM, ovvero il raccordo tangenziale A4-A1, in cui si immetterà la Brebemi
Anche il piano economico finanziario dà adito a più di una perplessità. Le previsioni di traffico (60mila veicoli giornalieri) appaiono decisamente sovrastimate soprattutto in relazione all’attuale traffico della A4 (la Milano Bergamo Brescia) che oltretutto ha già in progetto un altro pezzo di quarta corsia tra Milano Est e Milano Certosa ed il potenziamento da Bergamo a Brescia.
Simmetricamente sembrano sottostimati i costi complessivi dell’opera. Infine brilla per la sua latitanza un serio studio costi-benefici atto a misurare i costi e i benefici sociali dell’opera oltre che definire con precisione l’impegno finanziario necessario e la variabile, prioritaria per un project financing, dei tempi di realizzazione.
Non stupisce quindi che, sull’opera, gravi un’enorme incertezza finanziaria. Sarà ben difficile che i promotori riescano a reperire, a breve, 2,4 miliardi di euro di cui 1,9 con l’apertura di linee di credito con le banche e 500 milioni dai soci della Brebemi. L’ingresso della Sias (ovvero l’holding industriale del gruppo Gavio) nel capitale sociale della Brebemi non apporterà significativi benefici in un momento, come l’attuale, in cui ogni piano di investimento è soppesato con il bilancino dell’orefice.Si è inoltre dovuo imporre alla TAV treviglio-Brescia,anziche il più comodo e meno costo tracciato in sede, quello affiancato alla Brebemi per dividere i costi di sottopassi viadotti etc. Gli 800 milioni sottoscritti prima di natale dalla Cassa depositi e prestiti (cioè danaro raccolto con buoni postali garantiti dallo Stato) sono li a dimostrare che nel progetto sono davvero pochi i privati che ci credono. E d’altronde non è un caso che la Banca Europea degli Investimenti inviti a ricalcolare, con maggiore oculatezza, i rischi degli investimenti. I tempi delle vacche grasse e delle opere fine a se stesse sono, dopo la crisi del 2008, definitivamente tramontati.
Un ripensamento e una rivisitazione del programma della Brebemi a questo punto, considerata la generale crisi del settore finanziario e creditizio, non sarebbe un delitto. Anzi sarebbe un atto di responsabilità verso il territorio, la popolazione lombarda e le sue istituzioni, compreso il sistema bancario milanese e bresciano, la cui vocazione deve essere quella di erogare finanziamenti all’industria e non a incerti progetti autostradali che ripropongono una tecnologia matura e occupazione poco specializzata ed a tempo indeterminato..
Silvio Parzanini
Presidente Legambiente Franciacorta

Dario Balotta
Esperto trasporti Legambiente lombardia

Fonte : www.bresciapoint.it

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