sabato 6 dicembre 2008

Montisola: Ecco la sansa della discordia

Giornale di Brescia, 5 dicembre 2008

Montisola: Ecco la sansa della discordia

MONTISOLA. Un esposto al settore Agricoltura della Provincia, all'Arpa, ed ai Nas. Per segnalare un caso di inquinamento definito preoccupante.

È quanto fatto lo scorso 2 dicembre dal Circolo Legambiente Basso Sebino, sceso in campo in merito «all'erroneo smaltimento di effluenti del frantoio oleario di Montisola». In poche parole, sotto accusa è finito l'utilizzo agronomico della «sansa», un sottoprodotto del processo di estrazione dell'olio d'oliva composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino, che va adeguatamente smaltito. La lettera inviata da Dario Balotta, presidente dell'associazione ambientalista sebina sottolinea come «le sanse umide derivanti dal frantoio comunale di Montisola, di recente attivazione, vengono sparse in terreni ubicati in località Carzano di Montisola, in prossimità dell'abitato, posto in un campo adiacente la strada verso Peschiera, nella inosservanza della disciplina regionale». Entra in campo infatti, in casi come questo, la procedura di «gestione nitrati», adempimento previsto a decorrere dal 30/9/2008, di cui alla Delibera di Giunta Regionale 5868 del 21/11/2007, alla legge 11/11/1996, n. 574 e non ultimo al Decreto Legislativo 3/4/2006, n. 152, il quale punisce penalmente i soggetti inadempienti od utilizzatori scorretti. «Nel caso specifico - continua Balotta - non sono state rispettate le distanze dal centro abitato, dalla strada pubblica ed il terreno, in pendenza, è privo di sistemazione idraulico-agraria, tanto che la stessa si è riversata fino a lago, soprattutto durante giornate di pioggia incessante in cui il terreno si presenta saturo d'acqua». Severino Ziliani, gestore della «Masna dell'isola» (questo il nome del frantoio, proprietà del Comune) si è detto stupito dell'osservazione di Legambiente. «La sansa - ha spiegato -, trasferita sul prato, diventa concime per il prossimo anno». Il materiale di scarto del frantoio è stato quantificato in circa 900 quintali, riversati su un prato in ambito urbano. «La nostra considerazione - spiega Balotta - riguarda anche Sinchignano sono presenti degli inerti che deturpano il paesaggio; tornando agli scarti agronomici, nello stesso territorio del Sebino, un altro frantoio, ha dovuto pagare una multa per non aver trasportato in modo corretto la sansa».

In passato la sansa era riciclata nell'industria agroalimentare per l'estrazione di un olio alimentare. Il processo di estrazione si attua per mezzo di solvente nel sansificio. I costi di trasporto, la produzione di sanse ad alto tenore in acqua ottenute dall'estrazione per centrifugazione, il limitato interesse del mercato nei confronti dell'olio di sansa e di olive hanno ridotto la remuneratività di questo prodotto: perciò in molti oleifici si tende attualmente a considerare utilizzi alternativi quali il combustibile.

Veronica Massussi

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