Appello
ai Ministri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti per il
quadruplicamento ferroviario con standard tradizionali (240 km/h) sulla tratta
Treviglio-Brescia-Verona-Vicenza-Padova
Illustri Ministri,
l'efficacia di una grande infrastruttura non si misura solo dal
suo livello tecnologico, ma dall'efficacia con cui fa fronte ai bisogni per cui
viene realizzata. Non vi è dubbio che la Pianura Padano-Veneta esprima una
forte domanda di mobilità ferroviaria, legata a tutti i servizi che la ferrovie
possono efficacemente fornire: i trasporti merci, i servizi passeggeri
metropolitani e regionali, i collegamenti interpolo, il segmento business, la mobilità
turistica. Ciascuno di questi segmenti è suscettibile di sensibili aumenti, sia
per l'incipiente potenziamento dei collegamenti internazionali, in particolare
per le merci (assi transalpini –Brennero in costruzione-verso il bacino europeo
centrale, portualità dell'Alto Adriatico), che per la quota di domanda
passeggeri che il servizio ferroviario attualmente è incapace di intercettare a
causa delle sue modeste prestazioni di puntualità, frequenza, affidabilità e
comfort di viaggio. Nella prospettiva di una maggior intercettazione della
domanda di traffico, che fortemente auspichiamo, la capacità ferroviaria,
attualmente quasi sufficiente, potrebbe non esserlo più nel prossimo futuro.
E' per questo ragionevole programmare investimenti sulla
principale dorsale ferroviaria del territorio Lombardo-Veneto, ovvero il
collegamento Milano-Venezia, per migliorarne le prestazioni e programmarne
l'aumento di capacità. Ma sarebbe sbagliato farlo con una linea ad Alta
Velocità e disegnando un tracciato non accostato all’attuale linea
tradizionale. La soluzione offerta dal progetto di ferrovia ad Alta Velocità
per la tratta Treviglio-Brescia-Verona-Vicenza e Padova è tuttavia
insoddisfacente, presentando costi economici e ambientali decisamente
sproporzionati, in cambio di un'offerta di servizi che si rivolge ad un
segmento sicuramente minoritario, ovvero la domanda business interessata a
collegamenti interpolo veloci: una prestazione che non corrisponde al tessuto
insediativo e produttivo che si snoda tra Milano e Venezia, caratterizzato da
città di media grandezza su distanze medio-brevi. In questo tessuto una linea
ferroviaria ad alta velocità NON PUO' essere allo stesso tempo una linea ad
alte prestazioni, presupponendo il salto di fondamentali generatori di domanda,
come previsto per la città di Brescia e per il bacino turistico del Garda. Si
tratta di un chiaro esempio di irrazionalità progettuale, in quanto prevede
un'unica stazione a Montichiari, realtà estremamente decentrata e sede di un
aeroporto civile che sviluppa un traffico più che modesto (10.300 passeggeri
nell'anno 2013!) che di certo non giustifica, nè mai giustificherà, una fermata
AV. Inoltre nella tratta Brescia-Verona si attraversa uno dei maggiori
distretti turistici italiani, quello del Garda, che con la nuova linea non solo
perderebbe la fermata dei treni veloci, ma vedrebbe devastato il territorio di
uno dei marchi vinicoli più prestigiosi a livello mondiale, il Lugana, con
compromissioni di superfici vitate superiori ai 200 ettari e perdite di redditi
aziendali di gran lunga superiori ai benefici di mobilità.
Il costo della tratta AV Brescia-Verona-Vicenza-Padova
(quantificato in ??. miliardi di euro, ma che a consuntivo potrebbe
raddoppiare, viste le esperienze pregresse) appare dunque sicuramente smisurato
alle prestazioni attese, ma la precisa quantificazione di questa sproporzione
non è possibile, non essendo stata esperita per quest'opera nè una rigorosa
analisi costi/benefici, nè un confronto con alternative progettuali che
potrebbero offrire valide prestazioni a costi molto inferiori.
In particolare, a nostro avviso, è da considerarsi l'opzione
alternativa costituita dal quadruplicamento della linea attuale con standars da
240Km/h, realizzando una coppia di binari affiancati agli esistenti e da
destinare all'esercizio ad alta velocità secondo il concetto sviluppato nei
Paesi dell'area tedesca, scandinava e inglese. Anche la Francia ha abbandonato
il programma di Alta Velocità dopo la famosa relazione della Corte dei Conti
transalpina. In pratica, un servizio interpolo con velocità massime di 240-250
km/h (che, ricordiamo, è la stessa velocità a cui viaggiano i 'freccia
rossa' sulla tratta Roma-Firenze oltre che sulle tratte già realizzate
Milano-Treviglio e Padova-Mestre), compatibili con le geometrie del tracciato
attuale e con la conservazione delle fermate a Brescia e sul Garda. L'opera
consentirebbe forti economie rispetto allo shunt di Montichiari, e ai tracciati
“fuori sede” sul resto della linea riducendo fortemente gli oneri espropriativi,
e verrebbe maggiormente utilizzata in quanto si presterebbe ad un uso promisquo
da parte di treni intercity e interregionali e merci.
Anche alla luce dell'esempio negativo di un'opera già realizzata
con abnormi investimenti, la linea TAV Torino - Milano, in cui proprio
l'esercizio esclusivo ad alta velocità, oltre alla mancanza di stazioni
intermedie, determina una condizione di intollerabile sottoutilizzo (36 treni
giornalieri a fronte di una capacità di 280 treni giorno), tali alternative
andrebbero seriamente valutate e confrontate con il progetto attuale. Non solo
sarebbe un grave errore tagliare quella che in molti chiamano “la città
infinita” da Milano a Venezia, tagliandola con l’alta velocità. Un
credibile progetto di potenziamento ferroviario non A.V. potrebbe trovare
finanziamenti europei che invece sono esclusi nei progetti TAV italiani per gli
alti costi, l’alto impatto ambientale. Premesso tutto ciò, rivolgiamo il
presente
appello ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello
Sviluppo Economico
affinchè vengano valutati, per la tratta
Brescia-Verona-Vicenza-Padova della linea Milano - Venezia, i limiti e i
vantaggi della possibile alternativa di tracciato, di esercizio e di sistema
tecnologico rispetto al previsto by-pass ad alta velocità della città di
Brescia e del bacino gardesano, anche in considerazione dei futuri utilizzi
della linea posteriormente all'apertura dei nuovi assi transalpini e
segnatamente del Brennero.
Chiediamo che, prioritariamente alla approvazione del progetto
definitivo, si voglia esperire una rigorosa analisi costi-benefici, che assuma
anche i costi ambientali e di sistema (consumo di suolo, consumi energetici,
perdita di aree agricole produttive, impatti sul sistema turistico, ecc.) per
valutare l'investimento più efficace (quadruplicamento in sede con standars
tradizionali o Alta Velocità) ed appropriato a far fronte all'auspicabile
aumento dei volumi di traffico ferroviari sull'intera direttrice
Chiediamo che si voglia sviluppare, sulla tratta in oggetto, un
protocollo rigoroso, trasparente ed obiettivo, che funga da "banco di
prova" delle procedure da adottare in sede di valutazione, validazione e
ottimizzazione degli investimenti in infrastrutture ferroviarie, e che consenta
affidamenti delle opere attraverso inappuntabili procedure concorsuali,
superando così il dato notorio di pessima prestazione di tali investimenti
sulla rete ferroviaria italiana certificato da autorevoli confronti
internazionali attestanti l'elevatissimo costo unitario e i lunghissimi tempi
realizzativi in rapporto a quelli di reti in qualsiasi altro Paese che, nel
mondo, si sia dotato di analoghe infrastrutture
ADESIONI APPELLO PER NUOVO TRACCIATO BRESCIA VERONA
Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia
Dario Balotta, presidente Osservatorio nazionale liberalizzazione
nei trasporti, Legambiente Lombardia
Andrea Boitani, docente di economia politica, Università Cattolica
del Sacro Cuore
Anna Donati, ambientalista esperta di mobilità e infrastrutture
Alfredo Drufuca, Amministratore Delegato Polinomia Spa
Innocenzo Gorlani, Avvocato ex assessore Urbanistica Comune di
Brescia
Silvia Maffii, TRT Trasporti e Territorio
Patrizia Malgieri, TRT Trasporti e Territorio
Marco Ponti, docente di economia applicata, Politecnico di Milano
Eugenio Muzio ex presidente UIRR (Union Internationale Rail
Ruoute)
Antonio Laurino Politecnico di Milano
Giorgio Ragazzi economista Università degli studi Bergamo esperto
di autostrade
Renato Pugno, esperto di ingegneria finanziaria delle grandi
infrastrutture
Giorgio Schiffer, ex presidente Brescia Trasporti
Mario Zambrini, Amministratore Delegato Ambiente Italia Spa
Paolo Zani esperto di previdenza
Comune di Peschiera del Garda
Comune di Capriano del Colle
Ettore Prandini Coldiretti Lombardia
Confagricoltura di Brescia
Carmine Trecroci presidente Legambiente Brescia
Legambiente Veneto
Paolo Beria Politecnico di Milano e Iulm Milano
Raffaele Grimaldi Laboratorio politiche di Trasporto (Transpol)
Edoardo Zanchini responsabile energie rinnovabili Legambiente
Nazionale
Dicembre 2014
Dario Balotta 3356361874